di Stella Bonato collaborazione con Federica Cominelli
Il mondo delle organizzazioni è pervaso da una sorta di linfa o di ossigeno che scorre all’interno di ogni team: l’energia.
Ma che cos’è l’energia? Il termine energia deriva dal greco ἐνέργεια (energheia) ed è stato introdotto da Aristotele per identificare la spinta che rende possibile realizzare un’azione.
La dott.ssa Anna L. Comunian, nel suo libro “L’esperienza dei gruppi ottimali” (Franco Angeli, 2004), ha trasportato questo concetto al contesto organizzativo elaborando la teoria dei gruppi ottimali, la quale sostiene che la percezione di uno scopo comune e le relazioni che si stabiliscono tra le persone all’interno del gruppo generano energia.
Secondo questa concettualizzazione, esistono due tipi di energia: l’energia di produzione e l’energia di solidarietà. L’energia di produzione si avvia automaticamente nel momento in cui si viene a formare un gruppo al fine di raggiungere l’obiettivo comune prefissato. L’energia di solidarietà è invece l’energia che risulta dall’interazione tra le persone e che, nell’atto di raggiungere uno scopo comune, viene convertita in energia di produzione. Di fatto quindi, l’energia di produzione serve come processo per raggiungere l’obiettivo comune, mentre quella di solidarietà è il fondamento del sistema socio-emotivo, fattore imprescindibile per raggiungere e mantenere l’autoregolazione emotiva nelle relazioni sociali.
In questa prospettiva, il contributo dell’energia di ogni membro del team permette al gruppo di consolidarsi e portare, di conseguenza, benessere nell’intera organizzazione.
Questo processo però non è spontaneo, ma ha bisogno della spinta motivazionale da parte di ciascun membro nel mettere a disposizione del gruppo la propria energia e le proprie competenze per raggiungere uno scopo comune.
La relazione tra energia e motivazione
La motivazione è un processo che spinge l’individuo ad agire al fine di raggiungere un determinato scopo. Essa nasce da un bisogno che genera nell’individuo uno stato di tensione e lo porta ad identificare un obiettivo da raggiungere e ad impegnarsi nell’azione da svolgere per far cessare questa tensione.
L’energia che viene generata dalla motivazione porta i membri del team ad impegnarsi attivamente in attività che vadano a colmare il divario tra la condizione presente e quella desiderata. Per questo motivo è di fondamentale importanza che l’azienda individui e cerchi di stimolare i fattori motivazionali dei propri collaboratori.
Per motivare il proprio team, secondo Herzberg, le aziende dovrebbero investire su azioni quali: la formazione continua, la promozione della creatività, la responsabilizzazione individuale, la pianificazione dei compiti ed il sostenimento di un clima aziendale orientato alla crescita.
A tal fine nasce ENJOY TEAM, una Masterclass di upskilling che si rivolge a persone che lavorano in team e collaborano per raggiungere un obiettivo comune, condizionando positivamente il cambiamento e permettendo l’incremento della motivazione e dell’energia, attraverso una dimensione relazionale che influenza in maniera decisiva il benessere di chi lavora e la performance lavorativa personale e aziendale.
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