a cura di Manuela Rossini
Le relazioni con gli altri
La relazione con gli oggetti è indispensabile alla nostra vita, ma ci mantiene chiusi in un mondo puramente strumentale, mentre la relazione con un altro essere umano mette in gioco direttamente la nostra umanità. Secondo Paul Ricoeur (2004, in Amerio, 2013) l’altro diviene, su un piano più limitatamente umano, l’indispensabile elemento che permette all’uno di riconoscersi nel suo essere sé, mentre l’altro è uno che “può divenire mio simile, qualcuno che, come me, dice io”.
Nell’esperienza di tutti i giorni l’individuo entra in relazione con gli altri e attraverso la comprensione della propria esperienza può comprendere anche l’esperienza altrui, contribuendo ad alimentare il mondo umano e sociale in cui si svolge la nostra esistenza.
Come dice Aristotele, l’uomo è un “animale sociale”, ha bisogno delle relazioni con gli altri. In questo periodo un metro circa è la nuova forma della vicinanza. Durante il contagio anche gli individui più restii alle manifestazioni fisiche di affetto lamentano la mancanza di vicinanza. Tutto questo può essere considerato banale? Forse un tempo si, ma ora non lo è più. C’è bisogno di adattarsi e cercare un contatto diverso: la rete, il web, una videochiamata con cellulari o Fcomputer rappresentano il nuovo abbraccio. Il COVID-19 ci insegna che possiamo essere vicini, pur essendo fisicamente lontani. Prima, spesso, accadeva il contrario: fisicamente vicini, ma allo stesso tempo lontani. Durante l’isolamento è importante adattarsi, ad andare avanti. Più ci si prepara al domani, che alla fine è sempre un oggi, meno sconosciuta sembrerà la realtà.
Come affrontare l’isolamento?
Russ Harris[1], medico e psicoterapeuta specializzato in gestione dello stress, ha sviluppato un Protocollo di auto – aiuto, ispirato ai principi della terapia dell’Accettazione e dell’Impegno, che potrebbe essere utile durante l’emergenza. Innanzitutto è necessario concentrarsi su ciò che è sotto il nostro controllo: non si può controllare cosa accadrà nel futuro, ma quello che accade nel qui ed ora si, riconoscendo i propri pensieri e sentimenti. È opportuno:
- Osservare e ascoltare cosa accade dentro di noi;
- Connettersi con il proprio corpo;
- Respirare lentamente, allungare braccia e collo, raddrizzare la schiena;
- Partecipare e rimanere concentrati sull’attività che si sta svolgendo osservando ciò che abbiamo intorno, ascoltando i rumori e i suoni, annusando gli odori dell’ambiente;
- Impegnarsi attivamente aiutando gli altri con dei compiti o un lavoro, cucinando, facendo azioni gentili e premurose;
- Fare spazio e provare ad essere gentili con se stessi, perché l’auto – gentilezza è la nostra maschera d’ossigeno e solo prendendoci cura di noi stessi possiamo essere d’aiuto per gli altri;
- Cercare valori per cui lottare e pensare a che tipo di persona vogliamo essere in questo periodo;
- Identificare le risorse per un aiuto pratico, includendo amici, familiari, vicini, servizi di emergenza;
- Seguire le regole che comportano il disinfettare spesso e mantenere la distanza sociale.
Questa proposta potrebbe essere utile per ognuno e potrebbe aiutare a mantenere un clima di positività all’interno della famiglia.
La quarantena ci ha fatto restare in casa, in isolamento, ma con il mondo di fuori a portata di mano, con la possibilità di parlare con chi vogliamo, di leggere ciò che ci interessa, di guardare ciò che ci piace. Oltre a questo, ci sono anche altre possibilità: riscoprire il piacere del clima familiare, reimpostare la routine quotidiana su ritmi più lenti e piacevoli, condividere attività. Per chi possiede un giardino, fare giardinaggio o ridisegnare lo spazio ha un forte potere rilassante. Anche avere animali domestici a cui dedicarsi, può essere d’aiuto: la relazione con un animale è spesso appagante tanto quanto la relazione con altri esseri umani. Infine, continuare a svolgere attività motoria anche in casa è importante per mantenere la salute, sia fisica, sia mentale.
Rimanere in isolamento è difficile e a causa delle limitazioni moltissime persone non sono potute rimanere accanto ai propri cari nella malattia o addirittura nella morte. Non è stato possibile fornire l’ultimo saluto a familiari ed amici causando questo molta sofferenza. Il lutto, inteso come il sentimento di intenso dolore che si prova per la perdita, genera un forte impatto psicologico nella vita della persona che lo subisce. Il lutto è anche l’insieme delle tradizioni che i parenti di un defunto osservano per un certo periodo di tempo. Durante la quarantena tutto è rimasto sospeso, aperto. Essere vicini, l’ultimo saluto, l’ultimo abbraccio, i parenti e conoscenti, il funerale; tutte queste ritualità legate al dolore e alla morte sono cambiate e si sono fermate.
Per far fronte alle conseguenze dell’impatto psicologico che l’emergenza coronavirus ha, il team PEOPLEwellBE propone SPORTELLO BENESSERE, un progetto che si pone l’obiettivo di supportare a livello psicologico tutti quei lavoratori e lavoratrici che stanno attraversando momenti di difficoltà, sia a livello di disagio personale che professionale, che hanno ripercussioni sulla vita privata e nel mondo del lavoro. Si tratta di una consulenza breve, con finalità non terapeutiche, quindi non è da intendere come una terapia online. Ogni lavoratore ha a disposizione tre sessioni della durata di cinquanta minuti circa all’interno dell’anno solare che effettuerà con la psicologa di riferimento.
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RIFERIMENTI:
[1] https://www.erickson.it/it/mondo-erickson/articoli/gestire-crisi-coronavirus-protocollo-face-covid/