a cura di Manuela Rossini

L’emergenza ha messo a dura prova non solo la salute fisica, ma anche quella mentale degli italiani con conseguenze psicologiche sul 50% della popolazione: persone a rischio, positivi, operatori sanitari, che hanno pagato un tributo enorme in termini di vite stroncate e livelli di stress ai limiti della tollerabilità[1]. Questo è il messaggio lanciato da Fabrizio Starace, presidente della Società italiana di Epidemiologia psichiatrica (Siep) e membro di direzione dell’Associazione Luca Coscioni, intervenuto al primo degli incontri pubblici online sul tema Covid-19 promossi dell’associazione Coscioni, che ha coinvolto oltre 25.000 utenti tra Facebook e YouTube.

L’emergenza è una situazione critica stressante che mette a dura prova la quotidianità di ognuno. Con stress si intende una risposta messa in atto ogni volta che ci si trova in una situazione nuova o in una situazione d’emergenza, come quella generata dal COVID-19. Si tratta di un evento inaspettato, improvviso, drammatico, di conseguenza si modificano i pensieri, gli stati d’animo e le emozioni perché la mente ha bisogno di nuove strategie per adattarsi ad una realtà cambiata e quindi diversa. La “percezione del rischio” può essere distorta e amplificata sino a portare a condizioni di panico che non solo sono quasi sempre del tutto ingiustificate ma aumentano il rischio perché portano a comportamenti meno razionali e ad un abbassamento delle difese, anche biologiche, dell’organismo. Da qui la necessità di offrire un sostegno a tutta la popolazione e in particolare alle fasce più vulnerabili.

La figura dello psicologo

L’impatto mentale ha colpito tutti e questo ha un effetto deflagrante in ciascuno di noi che è destinato ad emergere prima o poi, soprattutto in coloro che vivevano già momenti di fragilità, dovuti magari a situazioni instabili, che possono degenerare in disturbi emotivi, manifestazioni di ansia o depressione. Oltre alla possibilità di verificare le condizioni fisiche andrebbero verificate anche le condizioni psicologiche.

Prima, spesso, tra le prime spese a cui rinunciava una persona, venivano annoverate quelle per lo psicologo. Eurodap (Associazione europea disturbi da attacchi di panico) ha svolto un sondaggio per AdnKronos Salute su un campione di 800 persone per valutare cosa pensano i connazionali della figura dello psicologo: il 70% degli italiani non riconosce l’importanza della figura dello psicologo per curare i disagi psicologici e riferiscono che è meglio risolvere i problemi da soli. Paola Vinciguerra, psicoterapeuta e presidente Europa, ha sottolineato come 70% delle persone ritiene di non avere disagi psicologici. La maggior parte del campione che ha partecipato al sondaggio afferma che la psicoterapia potrebbe essere utile solo in casi di turbe psichiche, ed è convinta che chi va dallo psicologo sia una persona fragile, mentre ‘con la volontà si supera tutto’[2]. Si riteneva fosse superfluo pensare al benessere psicologico e si preferiva rinunciare ad un percorso con un professionista, anche se il pensiero ricorsivo può essere tanto fastidioso quanto quello fisico, anche se non doloroso.

Ad oggi, i dati sono cambiati: in particolare, il pensiero è cambiato e lo mostrano i dati di un’indagine sulla popolazione italiana condotta dall’Istituto Piepoli per il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP)[3]: 8 italiani su 10 ritengono che il ricorso allo psicologo possa aiutare a gestire questa situazione e vogliono che il sistema pubblico assicuri assistenza psicologica. In particolare, le donne e i giovani ritengono più degli uomini che serva uno psicologo per superare questa fase di emergenza. La ricerca mostra che ci sono luoghi fondamentali in cui la quasi totalità degli italiani richiede a gran voce la presenza di psicologi, e sono in particolare gli ospedali (90%), le strutture per anziani (87%), i servizi sociali (84%), in aiuto ai medici di famiglia e nell’assistenza domiciliare (79%), in aiuto agli studenti (73%), nei luoghi di lavoro (72%). Il 62% degli italiani pensa che avrà bisogno di un supporto psicologico per affrontare la normalità: si tratta di un numero estremamente elevato se si pensa che nelle ricerche precedenti solo il 40% degli italiani dichiarava di essersi rivolto a uno psicologo per sé o per altri membri della propria famiglia. Questa necessità diviene doppia per chi vive in coppia rispetto a chi vive in famiglia, e anche i single esprimono un bisogno di psicologia superiore del 12% rispetto a chi vive in famiglia. Un altro dato interessante è che 7 italiani su 10 pensano che ci debbano essere delle strategie di prevenzione psicologica a livello collettivo, aspetto che in passato era ritenuto importante solo da 2 italiani su 10.

Lo sportello di ascolto

Questo difficile momento richiede infatti professionalità, coraggio e forza d’animo. Per questa ragione diverse aziende ed associazioni hanno deciso di attivare alcuni importanti servizi di sportello psicologico dedicati a tutti coloro che, in un modo o nell’altro, sono stati colpiti da questa emergenza.  Si tratta di un utile sostegno per affrontare o prevenire situazioni di stress grazie ad un team di psicologi e psicoterapeuti capaci di ascoltare paure, ansie e preoccupazioni relative al proprio lavoro e ai propri familiari.

Lo sportello può avere dei benefici:

  • Si tratta di uno spazio di ascolto per cui il lavoratore non è lasciato solo con il proprio disagio
  • Può essere un modo per acquisire consapevolezza rispetto alle proprie fonti di stress
  • Acquisire strumenti per incrementare la propria resilienza
  • Intervenire sulle situazioni di rischio
  • Valorizzare se stessi facendo emergere i punti di forza

A questo proposito è importante definire che cosa è uno psicologo, e che tipo di attività svolge: “In base all’art.1 della Legge 56/89 la professione di psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito”. Lo psicoterapeuta, invece, è uno psicologo o un medico che ha acquisito delle tecniche specifiche utili a contrastare i disagi emotivi attraverso una formazione almeno quadriennale presso una scuola riconosciuta dal MIUR. La presenza di uno sportello di ascolto psicologico risulta essere quindi una grande occasione e opportunità per affrontare e risolvere problematiche inerenti la sfera personale, familiare o lavorativa.

Alla luce dell’importanza e della necessità di un sostegno psicologico è nato SPORTELLO BENESSERE, un progetto che si pone l’obiettivo di supportare a livello psicologico tutti quei lavoratori e lavoratrici che stanno attraversando momenti di difficoltà, sia a livello di disagio personale che professionale, che hanno ripercussioni sulla vita privata e nel mondo del lavoro. Si tratta di una consulenza breve, con finalità non terapeutiche, quindi non è da intendere come una terapia online. Ogni lavoratore ha a disposizione tre sessioni della durata di cinquanta minuti circa all’interno dell’anno solare che effettuerà con la psicologa di riferimento.

RIFERIMENTI:

[1]https://www.ilmessaggero.it/salute/medicina/emergenza_coronavirus_italiani_disturbi_emotivi-5132855.html

[2] https://www.korian.it/limportanza-del-supporto-psicologico-le-iniziative-korian/

[3] https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=84789