Nell’era 4.0, in un mondo in continuo mutamento, sempre più digitalizzato e sempre più veloce, le soft skills si rivelano risorse sempre più preziose e ricercate al fine di migliorare e accrescere la produttività all’interno delle aziende.
A conferma di ciò, studi recenti dello Stanford Research Institute International hanno evidenziato che il successo di un lavoro dipende per il 75% dal possesso di competenze trasversali e soltanto per il restante 25% dal possesso e dalla padronanza delle competenze tecniche, ovvero le hard skills.
Con soft skills o competenze trasversali, ci si riferisce a quelle caratteristiche personali e abilità socio-comunicative necessarie per il successo nel lavoro e nella vita di tutti i giorni, ovvero le attitudini che hanno a che fare con l’interazione con gli altri e con la conoscenza di sé, che ci consentono di entrare in relazione con gli altri, affrontare nel modo giusto un problema, gestire la propria emotività e il proprio tempo in maniera equilibrata.
Nel mercato del lavoro di oggi, quindi, dando per assodate le competenze tecniche di ogni lavoratore, a fare realmente la differenza sono sempre più le competenze trasversali o soft skills.
Con questa consapevolezza, il World Economic Forum (WEF) ha stilato un elenco di quali saranno le dieci competenze più richieste in ambito professionale a partire dal 2020.
Le soft skills relazionali del futuro
Ricoprono l’ottavo e il nono posto di questa classifica rispettivamente l’Orientamento al servizio e la Negoziazione, ovvero le due soft skills relazionali fondamentali per raggiungere obiettivi comuni e rispondere al meglio al cambiamento, competenze che ogni componente di un team dovrebbe possedere.
Nello specifico, per orientamento al servizio si intende la capacità di individuare e riconoscere i bisogni degli altri, al fine di soddisfarli al meglio, adottando un atteggiamento attento e collaborativo.
In un mercato sempre più competitivo, in cui le tipologie di clienti sono sempre più variegate è fondamentale possedere questa capacità, ovvero, riuscire a cogliere le esigenze dei clienti interni ed esterni orientando costantemente la propria attività al soddisfacimento delle loro esigenze, coerentemente con gli standard e gli obiettivi organizzativi.
L’orientamento al servizio si manifesta, dunque, riconoscendo i propri clienti interni ed esterni, ascoltando, approfondendo e analizzando le esigenze altrui e, soprattutto, ponendo al primo posto la soddisfazione di tali esigenze. Inoltre, un collaboratore che possiede tale capacità, opera senza pregiudizio interagendo con culture differenti dalla propria, tiene conto degli effetti delle proprie decisioni e dei propri comportamenti sul processo di lavoro e sulla qualità del prodotto finale, modificando, se necessario, le proprie decisioni di lavoro in relazione alle necessità dei clienti e di chi lavora con lui.
Si tratta, dunque, della capacità di conoscere e riconoscere il bisogno dell’altro, comprenderlo ma anche di adattarsi e rispondere a questo, essendo utili, premurosi, accurati e rispettosi di fronte alle esigenze del proprio interlocutore.
Per questi motivi l’orientamento al cliente è diventata una vera e propria necessità aziendale. Infatti, comprendere cosa significa il cliente per l’azienda, quali sono le sue aspettative e le sue esigenze, i suoi bisogni espliciti ed impliciti, risolvere i suoi problemi e mostrargli la propria attenzione rappresentano le fondamenta di un rapporto esclusivo, duraturo e appagante con il cliente, fidelizzando la relazione commerciale.
Altra competenza relazionale è la negoziazione, la quale ricopre il penultimo posto della classifica delle 10 skills fondamentali nel 2020 e nel futuro del lavoro. La negoziazione ha un ruolo centrale in ogni tipo di lavoro ed in ogni fase della vita lavorativa poiché grazie a questa competenza è possibile costruire accordi e risolvere conflitti. Infatti, questa competenza è strategica all’interno del contesto lavorativo poiché assicura non solo benessere relazionale, ma anche economico, sia a livello aziendale che individuale. È importante dunque affinare tale competenza e non improvvisare affidandosi al buon senso e all’istinto nelle diverse interazioni con gli altri.
Tuttavia, è forse una delle soft skills cruciali più complesse da apprendere poiché composta da qualità di base come l’essere disponibili all’ascolto, comprendere le ragioni altrui e saper trovare dei compromessi cercando di trarre il meglio da ogni situazione.
Nello specifico, la negoziazione è la capacità di sfruttare i margini di trattativa esistenti per raggiungere un risultato positivo in tutte le situazioni di competizione e confronto, assicurando la soddisfazione degli attori coinvolti.
L’arte della negoziazione consiste, dunque, nel saper trovare dei compromessi che possano accontentare tutte le parti in gioco, sempre nell’ottica del risultato finale. Tale capacità, inoltre, comporta anche la disponibilità alla collaborazione e una notevole flessibilità nell’accettare situazioni ma soprattutto idee discordanti e differenti rispetto alle proprie.
Tale competenza si manifesta attraverso la definizione dei propri obiettivi e i possibili esiti del confronto, cogliendo le possibilità di accordo e accettando il confronto con gli altri senza diffidenza, anche se sostenitori di posizioni divergenti. Inoltre, al fine di un’efficace negoziazione è necessario riuscire a gestire e superare gli inevitabili momenti di tensione e conflitto della trattativa senza aggressività e risentimento sia a livello individuale che di gruppo, facendosi apprezzare, di conseguenza, dalla controparte.
Come sviluppare le soft skills del futuro?
Queste soft skills fondamentali per un manager efficace possono essere sviluppate e promosse, proprio perché non sono tratti statici presenti dalla nascita, ma capacità che possono essere acquisite ed affinate costantemente.
Ma come farlo? I percorsi di formazione e development seguiti da un team di professionisti esperti si dimostrano efficaci per sviluppare queste competenze. Infatti, questi training si focalizzano sulle soft skills cruciali per i manager e si basano su un’attenta valutazione preliminare delle competenze già in possesso dei partecipanti e su quelle da promuovere, così da creare un percorso specificamente cucito sul singolo caso e sul contesto, massimizzandone l’efficacia. Inoltre, l’uso della psicoeducazione come metodologia di riferimento promuove nei partecipanti un’autoconsapevolezza sulle proprie aree di forza e di miglioramento, aspetto che sembra sostenere l’utilità della formazione nella pratica lavorativa.
Tutto questo permette all’azienda che investe sulla formazione delle proprie figure manageriali di ottenere diversi benefici strategici. Infatti, il manager riveste un ruolo fondamentale nel contesto lavorativo, poiché grazie alle sue competenze crea il giusto clima e la giusta energia che permettono alle sue risorse di far emergere al meglio il proprio potenziale e di raggiungere gli obiettivi di business stabiliti. Tutto questo ad evidente vantaggio sia dei singoli membri dell’organizzazione, che dell’organizzazione stessa.
Per questo, l’area Development di PEOPLEwellBe ha studiato specifici corsi di formazione manageriale sulla leadership aziendale e di consulenza al ruolo che, attraverso la metodologia psicoeducazionale mixata con il coaching strategico/counseling al ruolo, permettono uno sviluppo efficace e duraturo nel tempo a favore di professionalità junior o senior in upgrade.
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I requisiti di una leadership efficace: intelligenza emotiva e collaborazione - · 27/10/2020 alle 13:37
[…] di raggiungere un obiettivo comune, potenzia le abilità di Intelligenza emotiva, Collaborazione, Orientamento al servizio e Negoziazione, ovvero le competenze fondamentali per raggiungere obiettivi comuni e rispondere al meglio al […]
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